Art as Behaviour | Portiamo l’arte in ufficio!

SCOA ha aperto i suoi uffici all’esposizione Art as Behaviour, organizzata in collaborazione con la galleria Ipercubo di Milano. Ipercubo nasce nel dicembre del 2019, fondata da Gabriela Galati, Matteo Graniti e Andrea Esposito poco prima della pandemia e del conseguente lockdown.

SCOA ospita nella sua sede le opere di tre artisti, Adelisa Selimbašić, Ludovic Thiriez e Gianni Lucchesi, con l’obiettivo di renderle fruibili dai propri dipendenti e clienti, e anche agli ospiti esterni. Il progetto nasce dall’idea di reinterpretare gli spazi ormai vuoti a causa del lavoro in remoto, riempiendoli di un nuovo significato e valore: quello dell’arte.

Da sempre infatti, Performant by SCOA si avvale di tecniche e metodi creativi, che porta all’interno delle aziende con l’obiettivo di generare consapevolezza e facilitare l’elaborazione di strategie decisionali migliori, più brillanti ed efficaci. Il metodo flowknow®, presentato alla Biennale di Venezia nel 2017, crea concretamente il connubio tra arte contemporanea e Business Coaching. Il toolkit flowknow®, ideato dalla Senior Business Coach Anja Puntari e l’Executive Business Coach Cristina Nava, nasce proprio dal credere nella possibilità di costruire un ponte tra mondo dell’arte e il mondo del business. La fruizione delle opere d’arte infatti può, grazie al loro potere disruptive che aiuta a pensare in maniera diversa e più creativa, produrre un grande valore per le organizzazioni.

Che cosa può nascere dunque dall’incontro tra arte e mondo del business, in termini di opportunità per entrambi questi mondi? Ne abbiamo parlato con Roberto degli Esposti, Executive Business Coach e Managing Partner di SCOA, e Gabriela Galati, co-fondatrice della galleria Ipercubo, per conoscere il significato che risiede dietro questo progetto sia dal punto di vista dell’organizzazione, che da quello della galleria.

Così, Roberto Degli Esposti ha motivato la sua scelta di ripensare gli spazi dell’azienda attraverso l’arte, offrendoci la sua prospettiva da imprenditore e Business Coach.

Roberto Degli Esposti: “Innescare nei nostri uffici quella che definisco la disciplina d’avanguardia per definizione, ovvero l’arte e in particolare quella contemporanea, li rende più attraenti per le nostre persone, fornisce una motivazione produttiva e intellettualmente nutriente per tornare in questi spazi. Ma non solo: la fruizione delle opere e della lettura che gli artisti danno, con la loro maestria e intuizione, della contemporaneità, può portare i nostri professionisti a elaborare nuove idee, nuovi modelli, tecniche, competenze e comportamenti, frutto di questa contaminazione. Abbiamo la grande opportunità di reinvetare il mondo del lavoro, e ciò coinvolge anche gli spazi. Questo è un tentativo: ma l’unica cosa da non fare, è proprio non fare tentativi. La vera domanda, allora, è: perchè non l’abbiamo già fatto prima”.

Guarda il video!

Ma quale impatto ha una scelta di questo tipo, dall’altra parte, sul mondo dell’arte e delle gallerie?

Gabriela Galati ci ha spiegato quali siano i vantaggi, dal punto di vista di un gallerista, ma anche di un artista, nell’essere ospitati nello specifico da un’azienda, piuttosto che affittare uno spazio permanente di galleria.

Parlando delle opportunità della collaborazione, Gabriela Galati ha raccontato: “Organizzare una mostra in un contesto come quello aziendale permette innanzitutto di entrare in contatto con un pubblico diverso, che altrimenti magari non avremmo avuto la possibilità di raggiungere. Rendere accessibili le opere e in generale il mondo degli artisti a un pubblico più ampio è sempre una sfida, e per questo è molto motivante. È un’opportunità non solo dal punto di vista delle vendite, che è uno dei nostri obiettivi, ma anche dal punto di vista culturale: far sì che la nostra missione, di diffondere l’arte, il suo valore e il messaggio che risiede dietro l’operato degli artisti, arrivi a un range di persone sempre più ampio e anche variegato, è qualcosa in cui crediamo molto. Anche se, non appena sarà possibile, vorremmo una nostra sede fisica, questo non esclude che potremo continuare a cogliere opportunità di questo tipo, e a intraprendere collaborazioni come questa con voi, che senza dubbio, tra l’altro, proseguirà!”

Sul tema del valore aggiunto che può generarsi da questo dialogo tra arte e business, al di là di quello puramente estetico delle opere d’arte, Gabriela dice: “L’arte può creare distruzione, provocare dei cortocircuiti che aiutano a pensare in modo diverso, che portano a notare aspetti e vedere cose che non avevamo visto prima, perchè l’impatto dell’opera d’arte è qualcosa di non controllabile né prevedibile, e questo ha in sé un grande potenziale.

Ascolta l’intera intervista di Federica Giorda a Gabriela Galati, sul profilo Instagram @gabriela.galati

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